L’AMORE C’è
Sono rimasta a lungo
immobile dopo aver riagganciato il telefono. Quella connessione a sorpresa con
te che mi ha riportato a me. Ho iniziato a buttar fuori un mare di fiato caldo.
Compresso. Come un vomito, buttavo fuori qualcosa che non so dire. E ad ogni
esplosione di fiato, rimettevo in moto il cuore come la vecchia carcassa della
mia auto. A scoppi. Dalle viscere del mio essere ho cacciato, o forse scacciato, croste
di buio, vicoli ciechi, bugie, carezze mancate. Ho vomitato le mie emozioni
abortite rimaste nella pancia, gomitoli di sentimenti rintanati nel buio delle
paure.
Poi sono rimasta immobile,
nuda, le gambe serrate, raggomitolata come un feto. Per tanto tempo. In compagnia
delle mie emozioni ingarbugliate, legate, recluse nell’oscurità. Ho aperto la
gabbia e le ho lasciate libere di volare. Volare nelle stanze del cuore. Immobile
e nuda, ma assai presente, mi sono lasciata attraversare. Attraversare dal
verbo Sentire.
E… l’ho sentito. Cosa? Il
pulcino che ha picchiettato al guscio e piano piano è uscito: da antri bui, da
lande straniere, da spinosi deserti. Piccolo e vulnerabile, ma con un indice di
Apgar alto. Piccolo e ribelle. Tutto da amare.
È uscito.
Un pulcino che si chiama Amore.
L’Amore c’è.