Non eravamo marito e moglie,
nè pane e vino
o rosa e stelo.
Non eravamo coppia.
Come una tazza
con un piattino,
spaiati e diversi,
senza pretese e vanità,
i bordi consunti,
i colori graffiati,
scalfiti dal tempo.
Eravamo anime nude,
salate,
a cospetto del cielo,
la mia ombra s’infilava nella tua,
la tua voce entrava dentro me
a navigare il mio sangue.
Attimi.
Solo attimi.
Non era possibile restare,
combaciare e incollare
anime e destini,
troppo il movimento del nostro spirito:
fluttuavano le anime
come lenzuola al vento.
Così, nascendo e morendo
nello stesso giorno,
compivamo il nostro destino
di essere amanti.
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