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martedì 31 luglio 2012

LA SCUOLA CHE LEGGE IL TERRITORIO

...studia la città dove vivi; se domani tu ne fossi sbalestrato lontano, saresti lieto di averla presente bene alla memoria, di poterla ripercorrere tutta col pensiero, - la tua città ,- (la tua piccola patria) quella che è stata per tanti anni il tuo mondo, - dove hai fatto i primi passi al fianco di tua madre, provato le prime commozioni, aperto la mente alle prime idee, trovato i primi amici. Essa è stata una madre per te (t’ha istruito, dilettato, protetto). Studiala nelle sue strade e nella sua gente ,- ed amala ,- e quando la senti ingiuriare, difendila. ( “La strada”, da “Cuore” di E. De Amicis)

Nulla dovrebbe essere più vicino alla città che la sua scuola. Eppure oggi a scuola si parla poco della città, oppure lo si fa in maniera frammentaria, con discorsi scontati e noiosi, ponendo spesso attenzione solo agli aspetti negativi della realtà locale. Si parla comunque sempre del presente della città, senza appassionarsi al suo futuro. Se ne descrive il perdurante declino ma non si indicano i contorni della città del futuro e soprattutto non si forniscono ai giovani strumenti per itinerari di sviluppo. L’obiettivo più importante del Progetto di giornalismo svolto nelle scuole medie deve essere allora quello di stabilire un legame concreto fra i giovani ed il loro territorio, per farne scoprire e documentare i punti di forza ed anche le debolezze; per consentire ai discenti, attraverso l’osservazione diretta, di sviluppare intelligenze critiche, capacità di lettura e comprensione di fenomeni complessi, e di conseguenza volontà positive di denunciare disagi ambientali e sociali. Si devono rafforzareì gli elementi sui quali fondare l’impegno civile, quell’impegno civile indispensabile a ragazzi che diventeranno cittadini e che, lo speriamo, ameranno la loro città e se ne prenderanno cura. Di giornali e giornalini scolastici ce ne sono sempre stati tanti, è certo però che l’uso del computer e l’autonomia scolastica ne hanno incentivato la diffusione: il primo perché ha reso più facile la “confezione” del giornale, la seconda perché ha favorito l’attribuzione dei necessari sostegni economici. Il fenomeno è quindi in crescita, ed i buoni risultati non possono che incoraggiarlo ulteriormente, e a buona ragione, perché il giornale, e soprattutto fare un giornale, rappresentano un utilissimo strumento di partecipazione e di aggregazione, consentono di percepire e conoscere opinioni ed umori, e di entrare da protagonisti nella realtà sociale e culturale del territorio
Sonia D'Alessio


(Editoriale giornale scolastico 2006. Nelle foto, Sonia D'alessio con Patrizia Sereno, esperto esterno del Progetto Giornalismo)

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