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sabato 28 luglio 2012

CHI SONO - Curriculum vitae in chiave creativa





Dove sono nata io, ci sono le ceneri del Vesuvio, e forse è per questo che la gente ha un cuore caldo come quello del vulcano. Ci sono le macerie del terremoto, che mi hanno insegnato che la vita pure se la ricostruisci resta sempre un po’ in disordine. Ma vale la pena anche così. E il fango dell’alluvione del ‘98, a ricordarmi che la natura va rispettata. Qui nasce il fiume più inquinato d’Europa, ma un “bambino” non è sporco, lo diventa dopo.

Ho amato da sempre la comunicazione: verbale, non verbale, scritta, orale, iconica…

Ai bimbi delle Materne ho insegnato ad allacciarsi le scarpe: e non è poco: senza quelle non si va molto lontano. E che il mondo lo puoi inventare con il pongo, coi colori a dita, le costruzioni. Con il cielo giallo, il sole blu, il prato rosso. Come ti pare. A quelli delle Elementari li ho istruiti a montare e smontare le parole, anche così si può inventare il mondo. Ho insegnato loro a parlare di sé con fiducia e ad ascoltare gli altri parlar di sé, con rispetto. A leggere per viaggiare senza pagare alcun biglietto. A quelli delle Medie, ora, provo ad instillare l’amore per la scuola, perché qualcuno fa il contrario e a me, e a quelli che ci credono ancora, tocca remare contro e fare doppia fatica. Provo a spiegare che il futuro c’è, eccome. E non bisogna mai smettere di fare sogni solo perché si è grandi; ma colorarsi un cielo giallo, un sole blu, un prato rosso, ché la libertà non ce la toglie nessuno se noi non vogliamo.

E io cos’ho imparato dopo tanti insegnamenti saccenti? A dubitare di quello che dico, e che in fondo la strada ognuno la trova da sé e non è mai la stessa per tutti.

Ai miei figli ho spiegato che ho ancora tutto da imparare ma che è bello rimboccarsi le maniche, e magari farlo insieme.

Cosa voglio fare da grande? La contadina di parole, però quelle bio, che non offendono il mondo. Seminarle, curarle…e aspettare che maturino…in un prato rosso amore.

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