Archivio blog

sabato 8 aprile 2017

ROSSO

Non riesco a fare nulla, sono ancora qui con te, nella calda coperta delle emozioni e dei profumi che mi lasci. Avvolta nella CURA di cui parla Battiato, quella Cura che ci stiamo donando a vicenda e che ci riempie e riscalda. È un sommelier che ti riempie il calice di ROSSO, questo nostro tempo, questa nostra Storia. È calore che ti arriva nelle viscere, nel sangue, ti ricolora i chakra. Mi verso altro caffè non nella mia tazza ma nella tua. Sono ancora qui con te, coi tuoi cioccolatini in mano e quella foto aperta… che tra poco eliminerò.

domenica 2 aprile 2017

QUESTA SPORCA SESSUALITA’, di Sonia D'Alessio


La sessualità non è una parola scabrosa, non è una cosa sporca, non è un peccato. E non è un film porno, non è neppure il kamasutra, non è aprire le gambe, ansimare. Non è il piacere della carne, non è un amplesso, non è un orgasmo. Non è banalmente tutto questo. No, non è tanto poco, la sessualità!  No, la sessualità è tantissimo di più.
È una estensione della nostra interiorità, un riflesso dell’emotività, una risposta alle nostre esigenze che si sono lentamente sedimentate in noi a partire dall’infanzia; è una richiesta della nostra mente. Essa trova tante strade, i sensi sono il volano su cui viaggia. E allora una carezza che ci sfiora ci riporta alla mente qualcosa del passato, un odore ci trasporta altrove, una musica, una voce nell’orecchio, un fiato sul collo. Sono tutti starter con cui il sesso prende forma, per collegarci al nostro io più profondo. E la mente centrifuga ricordi, esperienze, traumi, sogni, desideri, speranze, paure. Li impasta in nuove forme. Noi siamo tutto questo, la nostra sessualità è tutto questo. E ognuno tira fuori dal cassetto dell’anima feticci e perversioni. Parole che incutono terrore e diffidenza, che suggeriscono l’idea di qualcosa di deviato, di strano, di peccaminoso e sbagliato, che non segue le norme convenzionali di comportamento. Eppure c’è chi nel sesso ama essere apostrofato con nomignoli o parolacce, essere preso di forza, sculacciato; c’è chi ama travestirsi, tradire o essere tradito, farsi guardare da terze persone, farsi sentire dal condominio mentre si urla nell’apice del piacere. C’è chi desidera la donna del suo amico, chi vuole farlo con uno sconosciuto, chi lo fa in luoghi pubblici. Chi è attratto dal suo capo, chi dal dottore, chi si eccita a guardare una persona in divisa, chi pensa alla biancheria intima più strana, chi va nei siti porno, chi nei privèè. Chi frequenta spiagge di nudisti, chi colleziona scatti osé e si fa continuamente selfie spinti, chi ama il sesso virtuale al telefono, chi su internet, chi vuol vedere la propria donna leccarsi con un’altra donna. Le perversioni sono tenute segrete e a freno da molti, combattute mentalmente. Per i coraggiosi invece a volte è un problema trovare l’anima gemella cui poterle dichiarare, non si riesce a condividerli, i propri feticci. Talvolta capita che a uno possa non piacere una cosa che la società ha stigmatizzato come scontata e normale, invece ci sono uomini a cui non piace la penetrazione e donne a cui non piace essere penetrate. E allora si finisce nel vortice della paura del pregiudizio, dell’isolamento, di essere etichettati e giudicati diversi, da scartare e mettere in un angolo.

Bisognerebbe riappacificarsi con la propria sessualità, viverla con leggerezza e incanto, accompagnarla con il gioco catartico e salvifico. Bisognerebbe accettare che la sessualità è la somma dei nostri momenti di crescita, delle esperienze infantili, del rapporto con le figure parentali, degli insuccessi e delle manie, delle ansie verso il futuro, delle paure, del narcisismo e dell’angoscia. La sessualità, se vissuta con questa consapevolezza, può essere l’ago della bilancia che mette d’accordo i mostri che ci abitano dentro, che ci turbano. Accogliamoli questi mostri, ascoltiamone la voce e le ragioni. Se si riesce a trovare la persona complice con cui possiamo permetterci il lusso di gettare via la maschera, la sessualità diventa una potentissima espressione del sé. Il mezzo di comunicazione che meglio di tutti può essere la nostra valvola di sfogo. Condividere le proprie fantasie con il sorriso sulle labbra, senza paure, senza ipocrisie, senza alcuna vergogna significa vivere pienamente il proprio essere, esplorarsi fino in fondo, conoscersi più profondamente. Nella sessualità, persino quando non si è innamorati, c’è sempre un collegamento con l’amore. L’atto sessuale è la fusione di due menti, l’incontro di due mondi sconfinati che travasano l’uno nell’altro piccoli tasselli di sé. Si ha estremo bisogno di comunicare il sé agli altri. La sessualità molti dovrebbero rivederla, spogliarla dei condizionamenti di una cultura purtroppo poco laica. Ci hanno educato dicendoci che è peccato. E ora è più difficile riscoprirla con gioia, imparare ad ascoltarne i bisogni, la preghiera silenziosa. La nostra sessualità chiede di essere amata. Rinnegarla con vergogna significa non accettare noi stessi, non cogliere la nostra essenza vitale, significa non innaffiare il fiore che ci respira dentro.

L'AMORE IMPERFETTO, di Sonia D'Alessio #SF&P

Mi catturano le imperfezioni. Quel taglio sullo zigomo, quella ruga attorno alla bocca, la venuzza blu un po' storta. M' incanto a seguirne il percorso. Devo mettere il dito sul neo, carezzare col dorso della mano la ciocca di capelli ormai imbiancata, scavare nellla fossetta sul mento, sfiorare gli occhi che non vedono bene e hanno lentine o occhiali. Mi curvo a baciarne le ciglia. Devo tastare quel filo di pancia o l'ombelico imperfetto, devo ridere dell'eccessiva peluria o delle unghie mangiucchiate. Devo perlustrare la mappa dei nei sul dorso o osservare i denti imperfetti. Sento il bisogno di scovare le imperfezioni e amarle. E' lì che si annida la storia di un uomo, la sua unicità. E' lì che probabilmente si è amato meno. E' lì che voglio fargli sentire il mio Amore.