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lunedì 30 luglio 2012

IL PICCOLO PRINCIPE, UN INVITO A RIFLETTERE

“Il piccolo principe”, di Antoine de Saint-Exupery, è un libro che invita a riflettere, risveglia la mente e il cuore assopiti, specie se lo si legge insieme grandi e piccini. Uno scritto da scandagliare come un sub che esplora i fondali marini e ogni volta vi scopre nuove e infinite ricchezze. Un’opera senza tempo e per tutte le età, un capolavoro di poesia e di saggezza. Nello snodarsi di tante parabole, sono molte le tematiche che il testo propone: la ricchezza (L’uomo d’ affari), l’illusione del potere (il Re), la vanità (il Vanitoso), la viltà (L’ubriacone), gli affetti (la Volpe), la morte corporale (“…sarà una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze.”). Le tante facce del prisma della vita. E forse il senso di vivere sta nel godersi le cose più semplici. Ma perché, dobbiamo per forza “riempire” il tempo, magari inseguendo chimere…: la ricchezza, la bellezza, i vizi? Il piccolo principe ci insegna che a chi mantiene intatta la capacità di emozionarsi, quel mondo incontaminato dell’infanzia, può bastare anche solo godersi un tramonto in solitudine. Ma il senso della vita è forse soprattutto nel prendersi cura di chi è più fragile (la Rosa), è nel coltivare i rapporti affettivi (la Volpe), è nel guardare alle cose con l’immaginazione e il cuore: “L’essenziale è invisibile agli occhi…non si vede che col cuore” dirà la volpe. E allora: “Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le stelle mi verseranno da bere…Tu avrai cinquecento milioni di sonagli, io avrò cinquecento milioni di fontane…” Il piccolo principe è la divina poesia che è in ognuno di noi. Attenzione dunque ai baobab: le cose mastodontiche possono cancellare la preziosità di quelle semplici, come il nostro piccolo mondo. Ma forse i baobab rappresentano soprattutto il pericolo di “crescere” irrimediabilmente, l’età adulta capace di spegnere la visione poetica del mondo….chissà… E’ bene che ci rifletta ancora un po’, magari una nuova lettura dell’opera di Pizzicalaluna – questo il soprannome dell’autore per il suo naso che puntava verso l’alto – potrà aprire nuove porte al mio pensare, al mio riflettere, al mio arricchirmi. Grazie, piccolo principe.

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