M’appari,
ebbra di luce a raccogliere molecole sparse
Di
infinito, regina ed esule respinta di un mondo mai domo
Fiera
vestale d’oblio, spuma di mare, sabbia dei secoli a venire,
trama
di fitti respiri che regola il battito del mondo.
Ed
io, d’estatico stupor sorpreso, muto ad indovinare
Le
tue forme di giungla ed i silenzi tra noi leggeri, uditi
E
poi raccontati, di bocca in bocca mutati.
Indomito
cerco i segni della tua ombra vàgula, vaticinio
Di
incanto e di delizia, presagio d’eternità.
Tu
sola gemendo giaci, frenetico furor frenando, gesto antico
Retaggio
di regalità.
Tua
missione è la vita e vivendo la compi. (di P.C.)
(Una poesia ispirata a me. Grazie dell'omaggio)
(Una poesia ispirata a me. Grazie dell'omaggio)
Nessun commento:
Posta un commento