Le stanze del cuore: Recensione di Maria Teresa Albanelli

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IL BAMBINO SOLDATO

Amìr ama costruire giocattoli da regalare, suonare la batteria, ammirare il cielo stellato dell’Africa. Finché viene strappato ai suoi sogni e calato nelle atrocità della guerra. È la stessa voce del protagonista a raccontarci, come in una sorta di diario, la storia personale di bambino soldato. La sua parabola si slancia dal mondo dei sogni infantili e dei giochi con gli amici a quello dei diritti negati. Il baby-soldato lotta a modo suo per non soccombere. A quel mondo di orrori e atrocità, che lo vorrebbe simile a sé, il protagonista risponde ogni giorno “Io sono Amìr”. La narrazione costringe il lettore a confrontarsi con temi forti: le atrocità della guerra, le responsabilità individuali e sociali, l’infanzia violata, ma anche il riscatto, la riconciliazione con il sé e la possibilità di reinserimento nella vita civile, grazie al lavoro incessante e prezioso delle organizzazioni internazionali che operano per la pace nel mondo. Al cielo stellato e alle piccole cose che danno la felicità, il protagonista tornerà a dedicare il suo sorriso. Un sorriso che entra nelle cose semplici con amore e ce ne restituisce l'essenza.

Le stanze del cuore

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giovedì 6 settembre 2012

Recensione di Maria Teresa Albanelli

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